Le persone giuridiche possono contabilizzare gli accantonamenti come costo se quest’ultimi sono giustificati dall’uso commerciale o professionale; ciò comporta una riduzione dell’utile netto imponibile. Anche per multe e sanzioni finanziarie possono essere costituti degli accantonamenti, tuttavia solamente se l’ammenda non ha carattere punitivo.
Cosa sono gli accantonamenti?
Nel caso di un accantonamento sussiste l’obbligo di effettuare un pagamento che si basa generalmente su obblighi legali o su un evento passato. Il verificarsi e l’ammontare dell’obbligo di prestazione non sono ancora stati determinati o non possono essere quantificati con precisione. Gli accantonamenti sono costituiti per rischi di contenzioso derivanti da procedimenti giudiziari, transazioni pendenti, passività incerte, spese omesse o perdite previste. Le persone giuridiche possono contabilizzare gli accantonamenti ai sensi dell’articolo 58 LIFD come costi se quest’ultimi sono giustificati dall’uso commerciale o professionale. L’effetto di questa contabilizzazione nel conto economico comporta una riduzione dell’utile netto imponibile. Ai sensi dell’articolo 63 cpv. 1 LIFD, con il termine accantonamenti giustificati da uso commerciale o professionale si intendo accantonamenti relativi a:
- impegni sussistenti nel corso dell’esercizio e il cui ammontare è ancora indeterminato;
- rischi di perdite su attivi del patrimonio circolante, segnatamente sulle merci e sui debitori;
- altri rischi di perdite imminenti nel corso dell’esercizio;
- futuri mandati di ricerca e di sviluppo conferiti a terzi, fino al 10 per cento del reddito aziendale imponibile, ma non oltre 1 milione di franchi.
È possibile contabilizzare un accantonamento per una multa?
Il 26 settembre 2016 il Tribunale federale si è pronunciato sulla causa 2C_916/2014, in cui una società fiduciaria di Zurigo è stata multata dalla Commissione europea per un ammontare di 348.000 euro. La società, che è assoggettata all’imposta in Svizzera, ha svolto attività amministrative nell’ambito di accordi di cartello a titolo oneroso. L’impresa ha effettuato accantonamenti per l’ammenda imminente, i quali sono stati contabilizzati come spese d’esercizio, riducendo così l’utile imponibile. Le autorità fiscali non hanno però accettato l’accantonamento, motivo per cui il caso è finito al tribunale federale.
Il Tribunale federale ha tuttavia negato la possibilità di contabilizzare un’ammenda come spesa d’esercizio. Le ammende e le altre sanzioni finanziarie punitive non dovrebbero essere di fatto attenuate dal diritto tributario. La riduzione dell’utile netto imponibile e della relativa imposta sull’utile avrebbe come conseguenza indesiderabile che una parte dell’ammenda sarebbe sostenuta indirettamente dalla collettività. La situazione è diversa con ammende e altre sanzioni finanziarie, che sottraggono profitti ottenuti illegalmente. Queste ultime non avrebbero alcuno scopo sanzionatorio e rappresenterebbero quindi costi giustificati dall’uso commerciale.
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