Possibilità di rimborso supplementare dell’imposta preventiva a partire dal 2019

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Possibilità di rimborso supplementare dell’imposta preventiva a partire dal 2019

Attualmente, l’imposta preventiva non viene rimborsata se i dividendi percepiti non sono stati dichiarati correttamente nella dichiarazione dei redditi, indipendentemente dal fatto che l’errata dichiarazione sia intenzionale o negligente. A causa della recente giurisprudenza molto severa in materia, sono state mosse molte critiche, motivo per cui il Parlamento ha ora modificato le norme, consentendo così un rimborso supplementare a partire dal 2019, anche retroattivamente per i crediti a partire dal 2014, a condizione che non sia stata ancora emessa una sentenza definitiva.

L’imposta preventiva esiste per prevenire l’evasione fiscale. Essa viene riscossa sui redditi dei beni di capitale mobile (in particolare dividendi, interessi e vincite delle lotterie), sulle rendite vitalizie, sulle pensioni e su alcune altre prestazioni assicurative. Fin tento che tali redditi vengono dichiarati correttamente, verranno anche successivamente rimborsati. In caso contrario si perde invece il diritto al rimborso. Ultimamente il Tribunale federale è stato molto severo nelle cause riguardanti il rimborso dell’imposta preventiva, suscitando così molte critiche. Di conseguenza, il Consiglio federale ha disposto un disegno di legge per rendere meno rigorosi i requisiti per l’attuazione di una dichiarazione corretta dei redditi. Il 28 settembre 2018 il Parlamento ha approvato la modifica di legge.

Con la modifica di legge il diritto al rimborso dell’imposta preventiva non viene più perso nonostante non sia stata fatta alcuna dichiarazione nella dichiarazione dei redditi, se viene fatta una dichiarazione successiva o se l’autorità fiscale compensa la prestazione. Il presupposto è che ciò avvenga prima della fine del processo di tassazione, di revisione o della conclusione del recupero d’imposta e che la mancata dichiarazione nella dichiarazione dei redditi sia stata negligente. La richiesta di rimborso deve essere presentata senza modifiche entro tre anni. Contrariamente al parere del Consiglio federale, il Parlamento si è persino pronunciato a favore della retroattività. La disposizione si applica ai crediti sorti a partire dal 1° gennaio 2014, a meno che non sia stata presa una decisione definitiva sulla richiesta di rimborso dell’imposta preventiva.

Finora non si è tenuto alcun referendum e se quest’ultimo non dovesse avvenire entro il 17 gennaio 2019, le modifiche avranno effetto retroattivo a partire dal 1° gennaio 2019.

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